Santo Antonio da Padova, come tanti lo chiamano, è in realtà nato a Lisbona, battezzato Fernando Martins de Bulhões, trascorse la sua gioventù vicino al Tago, il fiume che bagna Lisbona, si trasferisce a Coimbra per studiare e lì, conosce i futuri martiri del Marocco, che, con la sua storia di vita e voglia di evangelizzare il Nord Africa, lo colpiscano a diventare francescano, cambiare di vita e nome e diventare uno dei santi più noti in tutto il mondo.

Arriva in Italia per caso, dopo una tempesta e lì fa i miracoli più famosi, conosce San Francesco di Assisi e muore vicino a Padova, dove è sepolto.
I lisboetas (abitanti di Lisbona) l’hanno scelto come patrono della città e ogni anno, il 13 giugno, si fa la più grande festa a Lisbona, dedicata a questo santo metà portoghese/ metà italiano.
Secoli dopo, in senso contrario, Lisbona riceve Cristoforo Colombo, il famoso genovese che ci arriva, come tanti altri, attratti dai prodotti esotici africani (oro, avorio, corallo). Comincia a pensare nel suo famoso viaggio, impara tantissimo con i nostri navigatori e presenta il suo progetto al re portoghese, che lo rifiuta. Così, parte per Spagna, dove i re cattolici lo appoggiano economicamente.
Nel XX secolo, dopo la seconda guerra mondiale, Portogallo riceve l’ultimo re d’Italia, Umberto II, che, a Cascais, vive il resto della sua vita, sempre nostalgico della sua patria.

Questi sono alcuni di tanti rapporti che ci sono tra questi due grandi paesi e che spero, convincono chi è curioso a visitare il Portogallo.